Negli ultimi mesi è diventato sempre più decisivo, per le aziende, cercare di approfondire il rapporto dipendente-datore di lavoro, anche a causa dell’epoca difficile in cui stiamo vivendo.
Tuttavia, non è solo colpa del covid-19 se questo tipo di rapporto è diventato meno diretto e “fisico”.
È causa anche di una inevitabile tendenza a minimizzare le relazioni personali dal vivo, che porta a favorire una costante crescita della propria persona in mondi virtuali e ad essere meno legati confronto personale.
A testimonianza di questo è diventato fondamentale conoscere il tema dell’engagement aziendale, ovvero l’analisi del coinvolgimento dei dipendenti.
L’engagement aziendale per il Chartered Institute of Personnel and Development (CIPD) è definito come una combinazione di impegno e dedizione verso un’organizzazione ed i suoi valori.
Essere “ingaggiati” vuol dire sentirsi parte di una realtà lavorativa a 360°, nonché provare un reale sentimento di affezione aziendale.
Questa definizione va oltre il coinvolgimento in ambito lavorativo, l’engagement è uno stato mentale positivo verso un qualcosa, uno sforzo dedicato che porta alla soddisfazione personale. Nell’ultimo periodo il tema dell’engagement è diventato rilevante nell’ambito HR, tanto da diventare un fattore chiave per il successo dell’azienda.
Un dipendente con un grado di engagement elevato produce molto di più; il capitale umano di cui è portatore migliora esponenzialmente ed accresce il proprio valore e quello delle persone intorno a lui in maniera direttamente proporzionale al suo grado di coinvolgimento.
Oltre a questo, disporre di risorse con un grado di engagement alto, si riflette positivamente sull’intera immagine aziendale. Chi è contento del proprio lavoro ed è fiero di essere impiegato presso la propria realtà lavorativa, contribuisce a costruirne uno storytelling aziendale esemplare, diventando un vero e proprio brand ambassador aziendale.
Non è però facile in un’azienda riconoscere e valutare gli effetti positivi del work engagement! Molte sono le tecniche e gli strumenti che si possono utilizzare per coinvolgere la popolazione aziendale.
Nel 2017 entra in vigore, in Italia, la legge sul lavoro agile (81/2017) che sancisce la parità di contratto tra lavoratori tradizionali e quelli che lavorano da remoto (smart working): questo ha permesso di premere l’acceleratore sull’employee engagement e ha dato la possibilità di trovare un equilibrio tra vita privata e lavorativa. Il collaboratore ingaggiato vive il proprio lavoro con passione, dedizione e lo vede come un percorso di crescita sia lavorativa che personale, senza sentirsi stressato.
Per ogni datore di lavoro è fondamentale avere un feedback sullo grado di soddisfazione dei propri dipendenti e sulla qualità del lavoro nella propria realtà lavorativa.
Comprendere queste dinamiche è possibile grazie ad attività semplici e coinvolgenti come la creazione di survey mirate, analisi di clima, performance review, attività di formazione specifiche o attività premianti.
Questo tipo di attività permette ad ogni dipendente di mostrare quanto si sente parte dell’azienda e di esprimere le sue idee per migliorare la realtà in cui opera.
Non c’è una risposta corretta, sono molte le attività e gli strumenti da utilizzare e da ideare, inoltre l’emergenza covid-19 ha dato una grande spinta alla digital transformation e molte sono le app e piattaforme nate proprio per aumentare l’ingaggio della popolazione aziendale.
Dal crowdsourcing che promuove la condivisione di idee, ai blockchain che vengono utilizzati per la gestione di paghe e rimborsi, ai portali dedicati ai dipendenti, app per la messaggistica istantanea e molto altro.
Per favorire questo clima positivo e questo benessere del lavoratore è necessario valutare in modo corretto ed individuare le giuste strategie per attuare l’engagement, ottenendo così risultati importanti ed efficienti per l’impresa.